La Medicina del Lavoro

La medicina del Lavoro ha cambiato il proprio orizzonte operativo soprattutto con i decreti legislativi n.626 del 1994 e n.81 del 2008: prima di quei provvedimenti  al medico di fabbrica era chiesto di diagnosticare le patologie delle malattie professionali e di curarle. Al medico competente, alla soglia del nuovo secolo, è stato chiesto invece  di dedicarsi prioritariamente alla prevenzione delle cause di tali malattie.

Il medico di fabbrica degli anni sessanta era fatalmente più attento alle esigenze della produzione che ai bisogni di sicurezza e salute dei lavoratori. Il legislatore, per garantire al meglio il diritto alla salute negli ambienti di lavoro, ha prescritto, anche in capo al medico competente, specifici adempimenti per l'organizzazione della prevenzione in azienda.

Il fronte prevenzionale, soprattutto con il decreto legislativo 81 del 2008, ha fatto dunque sostanziali progressi ed ha segnato una svolta decisiva della medicina del lavoro: la tutela della salute, in altri termini, non viene intesa dal nuovo assetto legislativo della prevenzione, come “assenza di malattia” ma come “benessere”. Quindi debbono essere rispettati i principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature, e al medico competente, viene chiesto di monitorare che tutto ciò avvenga.